Magia
L’Arte Retorica e “Letteraria” diviene MAGIA in Giulio CAMILLO.
La parola MAGO significa “uno che coltiva Dio” come scriverà Francesco Patrizii.
Cesare DELLA RIVIERA nota che “l’humana sapienza fù da principio…detta MAGIA” e ricorda che “Platone nell’Alcibiade disse, che la MAGIA di Zoroastro era scienza delle cose divine“.
Giulio CAMILLO DELMINIO nell’Idea del Theatro teorizza il Teatro della Memoria.
Insieme ad AGRIPPA e a Giordano BRUNO è il grande MAGO del Rinascimento.
CAMILLO si rifà ad ERMETE, ricordandone l’Asclepio in cui le statue sono animate grazie all’armonia celeste, l’armonia è regolata dalle proporzioni, dai numeri che avranno una grandissima importanza in tutto il Rinascimento, basta come esempio l’opera di Francesco ZORZI “De Armonia Mundi“.
La Magia dei Numeri il 3 e 7
Giulio CAMILLO insiste sull’importanza fondamentale del numero SETTE, come Zorzi, come Fabio PAOLINI (il fondatore dell’Accademia degli URANICI) autore del “Hebdomades“, opera divisa in 7 libri, e ciascun libro in 7 capitoli (dove è citata l’Idea del Teatro del CAMILLO).
Alessandro FARRA, discepolo del Delminio scrive “TRE dialoghi d’Amore” e il “SETTENARIO dell’Humana ridutione” (Venezia, 1571).
FARRA fa parte dell’Accademia degli Affidati che come tutte le Accademie avevano come simbolo Mercurio-Ermete, divide il Libro in sette capitoli e si rifà agli insegnamenti ermetici-iniziatici che comprendono la Magia di Zoroastro, gli insegnamenti di Pitagora, e la Cabala.
Ferdinando Rizzardo